CRIOTERAPIA

La criochirurgia è una pratica comunemente utilizzata in dermatologia per il trattamento di lesioni virali (verruche, papillomi, condilomi acuminati), di precancerosi (cheratosi attiniche), di epiteliomi basocellulari superficiali, di cicatrici ipetrofiche e cheloidi ed anche in campo estetico per le lentigo solari (“macchie solari”) del viso e del dorso delle mani.

I criogeni usati in dermatologia sono principalmente l’azoto liquido e il protossido d’azoto.

Il criogeno può essere applicato sulla cute con varie tecniche:

-         batuffolo di cotone immerso in azoto liquido: ha grande versatilità e maneggevolezza. In mani esperte dà ottimi risultati sia in campo estetico sia per il trattamento di neoplasie cutanee

-         metodica spray: necessita di speciali apparecchi con erogatori di varie forme adattabili all’area da trattare. Utilizzano sia l’azoto liquido sia il protossido d’azoto

-         sonde: gli apparecchi a sonda, con terminali di foggia e dimensioni diverse, sono molto utili nelle lesioni delle mucose o quando sia necessario esercitare una pressione (angiomi, cisti mucoidi)

-         criochirurgia intralesionale: ha lo scopo di congelare profondamente il tessuto. Si basa sull’impiego di aghi da conficcare profondamente nella lesione sino a fuoriuscire dal lato opposto. Il criogeno spray viene spruzzato all’estremità dell’ago in modo da farlo passare all’interno dello stesso. Si forma in tal modo un cilindro ghiacciato intorno all’ago che determina il congelamento del tessuto circostante.

-         criomassaggio: è utilizzato in tutti quei casi in cui si vuole ottenere un congelamento non troppo marcato su aree cutanee piuttosto vasto. Il batuffolo di cotone e le sonde sono i mezzi più adatti a questo impiego. Il criomassaggio è indicato soprattutto nell’eritrosi teleangectasica del viso (couperose), nella rosacea, nelle lentigo solari.

La crioterapia in Dermatologia. Renata Strumia, 2006

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